Pianoforte

Michel Petrucciani

Pianista francese, forse il più grande ed apprezzato pianista jazz del vecchio continente. Figlio d’arte, iniziò sin dall’infanzia a nutrirsi di musica grazie al padre che – a dispetto di molti critici – fu chitarrista jazz molto accurato nella tecnica. Indirizzato da giovanissimo verso la musica classica, si dedicò allo studio del pianoforte e della batteria. Da autentico genio quale fu, salì sul palco da bambino e da bambino registrò anche il suo primo album assieme al batterista Kenny Clarke. Il suo nome – nel grande giro del jazz – iniziò a circolare dopo una serie di concerti con il saxofonista Lee Konitz, ma il grande salto professionale lo ebbe dalla collaborazione con Charles Lloyd. Da quel momento in poi Michel lavorò con jazzisti del calibro di: Dizzy Gillespie, Wayne Shorter, Jim Hall, Steve Gadd e molti altri. Michel Petrucciani va ricordato sicuramente per la sua arte e tecnica eccezionale ma soprattutto per il suo lato umano. Per la cronaca Michel afflitto sin dalla nascita da un tumore alle ossa che ne compromise lo sviluppo, visse per la musica e la musica lo ricompensò di tanta sofferenza, questa sua volontà superò qualsiasi difficoltà, pensiamo solo a quella sorta di archetto auto costruito che gli permetteva di pilotare i pedali del pianoforte, alle sofferenze dovute ai dolori articolari dopo ore di esercizi alla tastiera. La grave mutilazione fisica però è superata di slancio dalla sua genialità, dal suo “volare” sulla tastiera, dal suo “tocco” fatato ed irripetibile. Morì per complicazioni polmonari nel 1999. Di Petrucciani mi piace ricordare il suo sorriso sempre e perennemente stampato sul suo viso che sprigiona simpatia e piacere, quel piacere nel suonare, quella felicità che supera sia il dolore fisico che la malattia. Una volta lui disse che suonare e fare l’amore davano lo stesso piacere solo che il primo può essere fatto in pubblico.
Grazie Michel…

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