Pianoforte

Marilyn Crispell

La definirei la pianista donna più delicate, ha molti prodotti al suo attivo tutti di inequivocabile ricercatezza tecnica e melodica. Inizialmente si avvicinò al free jazz, non a caso, considerato che ci troviamo negli anni ’80, in piena rivoluzione musicale. La sua carriera è segnata in maniera significativa dall’unione con Anthony Braxton in un quartetto molto valido e dall’influenza di un pianista jazz molto stimato come Cecil Taylor. Le sue composizioni e performance sono sempre legate a liriche introspettive, per questa ragione amava improvvisare.

Autentica bambina prodigio, iniziò a suonare pianoforte all’età di sei anni, proseguì fino alle superiori per poi diplomarsi al conservatorio. La musica però non la vedeva come un vero e proprio lavoro ma bensì una passione da coltivare, per questo motivo dividendosi fra il matrimonio ed il lavoro (ha svolto attività di fisiatra in diversi ospedali), ha “perduto” molto tempo. Dopo il divorzio venne a galla la volontà di cambiare vita, in quest’ottica cambiò città, cambiò lavoro (commessa in un negozio di libri) e si avvicinò alla musica jazz grazie alla conoscenza del pianista George Khan che le fece conoscere il sax di John Coltrane. Da quel momento in poi la sua vita divenne la musica, anzi il suo stile dell’improvvisazione fu così tanto innovativo da rispolverare un contesto legato a schemi estremamente classici. Iniziò a studiare jazz trasferendosi a New York, fu proprio ai Creative Music Studios che avvenne la reale consacrazione a jazzista di rango, lì trovò terreno fertile, aveva finalmente la possibilità di spaziare dove lei voleva. Si legò al gruppo di Anthony Braxton per un tour in Europa, contribuendo in tanti album. Si guadagnò la bella reputazione di innovativa e di improvvisativi, influenzata positivamente dai mostri sacri del jazz tipo Coltrane, ma creando uno stile tutto suo per questa ragione fu definita “vulcanica”. Dopo molti anni di esperienza sui palchi di tutto il mondo finalmente arrivò il momento di suonare da sola per questo fondò un gruppo tutto suo che riscosse notevoli successi in particolare nelle performance dal vivo affiancata dagli artisti che aveva conosciuto nei dieci anni precedenti.

La sua produzione però non è stata solo all’insegna del jazz d’avanguardia, parecchie sue composizioni sono melodiche, anzi per dire meglio : liriche e meditative”. Ascoltando i critici musicali si fa strada è questo il messaggio che sembra averci trasmesso Marilyn Crispell, però il suo animo all’improvvisazione non venne mai abbandonato, lo dimostrano gli stage che tiene regolarmente in giro per il mondo in cui insegna l’arte dell’improvvisazione. Stanca di viaggiare e piena di esperienza ora si dedica principalmente all’insegnamento e solo ora – forse – può definirsi realmente “vulcanica”.

 

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